Rose Montmasson
Rose Montmasson
Demi-Quartier, 12 gennaio 1823 – Roma, 10 novembre 1904
Biografia
Nasce in Savoia, fu moglie di Francesco Crispi, ed è celebre quale unica partecipante femminile alla spedizione dei Mille anche se in territorio siciliano i garibaldini ebbero tra le proprie file anche altre donne.
Di umili origini, Rose conobbe il futuro marito nel 1849 nelle carceri di Palazzo Madama dove lei faceva la stiratrice e lui era un giovane rivoluzionario in esilio in Piemonte. Dopo il fallimento della rivoluzione mazziniana, Crispi fu costretto a lasciare il Piemonte e a rifugiarsi a Malta, dove lei lo segue e dove i due si sposeranno.
A Malta comincia per Rose una nuova vita; continua a lavorare per mantenere Francesco Crispi, ma incontra gli esuli italiani, partecipa alle loro riunioni, ascolta i loro discorsi che parlano di democrazia, di libertà e dell’Unità d’Italia. Più di tutti la sua attenzione è catturata dall’uomo da tutti venerato e chiamato “il Maestro”: Giuseppe Mazzini.
Intanto Crispi dirige un giornale politico La Staffetta e i suoi editoriali rivoluzionari diventano la causa del decreto di espulsione. Prima di lasciare Malta per Londra, nel 1854 sposa Rose. Lei lo raggiungerà dopo qualche mese. A Londra per i coniugi Crispi inizia un intenso periodo di cospirazione. Intimi di Mazzini, del quale Crispi diviene un fidato collaboratore, la coppia viaggia per l’Europa e si stabilisce per qualche anno a Parigi. Per Rose è un periodo di grande attivismo. Spesso viene incaricata di portare ai vari comitati insurrezionali messaggi, volantini e anche armi, che nasconde sotto i vestiti o, enfatizzando il suo aspetto contadino, in grandi panieri di frutta o verdura.
La coppia tornò in Italia nel 1859, durante la seconda guerra d’indipendenza, subito prendendo contatto con le compagnie garibaldine che preparavano lo sbarco in Sicilia e collaborandovi attivamente. Rose fu una grande protagonista, sia nella cospirazione ma soprattutto nell’organizzazione della spedizione dei Mille.
In seguito a un colloquio privato con Garibaldi a Genova, ottenne il consenso a imbarcarsi sul Piemonte. Non si sa esattamente come convinse il Generale, che aveva dato un ordine tassativo: “né mogli, né madri, né volontarie”. Probabilmente ottenne il consenso perché fu tra coloro che avevano costruito la spedizione. All’inizio di aprile infatti fu mandata in Sicilia dal marito e da tutto il gruppo che voleva organizzare lo sbarco, per organizzare e raccordare i comitati siciliani e maltesi con quelli della Liguria, e raccogliere soldi per comprare armi. Proseguì quindi per Malta per avvertire i rifugiati Italiani dell’imminente spedizione e, sempre con il vapore postale, tornò a Genova, in tempo per unirsi ai Mille. La leggenda vuole che si travestì da militare per imbarcarsi, contravvenendo all’ordine del marito di restare a Quarto.
Durante l’operazione svolge principalmente compiti di supporto alle forze combattenti, quali ad esempio il soccorso ai feriti, ma non manca mai di distinguersi per il suo coraggio. Il suo ruolo prevalente è soprattutto di infermiera e sarà preziosissima a Calatafimi dove soccorre i feriti anche durante la battaglia. Prestò il suo servizio nelle ambulanze.
Dopo la nomina a deputato del marito, seguirono alcuni anni di vita relativamente tranquilla e agiata. Soprattutto a Firenze Rose vive un periodo di grande splendore. Le signore della Firenze bene fanno a gara ad averla ospite nei loro salotti, in quanto moglie di Crispi ed eroina dei Mille, amica di Garibaldi, di Mazzini, di Cattaneo e di tutti i grandi del Risorgimento. Sempre a Firenze il salotto di casa Crispi diventa il salotto politico per eccellenza e di quel salotto lei è la regina incontrastata.
Nel 1871 Roma diviene Capitale d’Italia e la famiglia si trasferisce nella Città Eterna ora sede delle principali istituzioni dello Stato. Crispi diventa sempre più un punto di riferimento della politica italiana. La situazione familiare invece è sempre più critica e destinata a precipitare; Crispi, aveva abbandonato le idee e gli ideali repubblicani per abbracciare una politica filomonarchica, scelta che nella visione di Rose dovette apparire come un tradimento dei compagni di tante avventure e degli ideali per i quali avevano combattuto. La relazione di coppia diventa tesissima.
Nel 1878 Crispi si sposa con la Barbagallo, avendo avuto un figlio, ma scoppia lo scandalo e viene accusato di bigamia, per salvarsi arriva a ripudiare Rose, denunciando il matrimonio, contratto a Malta, perché irregolare in quanto celebrato da un sacerdote sospeso “a divinis”. Rose amareggiata si allontana per sempre dalla scena pubblica e vivrà nel silenzio.
Rosalia rimase a Roma, sopravvivendo con la pensione assegnata ai Mille; morì in povertà, tanto che la sua salma venne tumulata in un semplice loculo, concesso gratuitamente dal comune nel cimitero del Verano, ove ancora riposa.
Personalità
Fra i molti episodi che ricordiamo come fondamentali per la nascita della nostra Nazione, l’impresa dei Mille non fu uno fra i tanti ma, quantomeno dal punto di vista simbolico, uno dei principali.
E di quel viaggio avventuroso per fare l’Italia, o morire nel tentativo, Rose Montmasson fu protagonista. Unica donna a imbarcarsi a Quarto rappresentando così, in un mondo prevalentemente maschile, la capacità femminile di essere moglie, compagna, lavoratrice, infermiera e, anche, protagonista della nostra storia. Un’eroina così coraggiosa da portare volantini e armi pur rischiando la prigionia per provare a dare libertà e unità all’Italia.
La vita poi non è stata riconoscente con lei, morta sola e in povertà, ma le difficoltà degli ultimi anni non cancellano l’impegno e il ruolo né l’obbligo, per noi, di ricordarla con ammirazione e riconoscenza.