Oriana Fallaci

Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006

Oriana Fallaci

Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006

Biografia

Oriana Fallaci nasce a Firenze nel 1929, conseguito il diploma classico, subisce l’influenza dello zio Bruno Fallaci, già giornalista, e  intraprende anche lei la medesima carriera. Per tutta la durata degli anni ’70, scrive su “Il Mattino dell’Italia Centrale” e “L’Europeo”, donando , grazie ai suoi articoli, un quadro preciso sia degli “anni della dolce vita” che degli anni di piombo. Nel 1956, come inviata a New York, scrive della società americana tracciandone il profilo mondano, fatto di celebrità e di lusso; si recherà nuovamente in America per intervistare i protagonisti di quello che sarà il primo sbarco sulla Luna, restando impressionata ed entusiasta dinanzi a quell’impresa ciclopica. Dal 1967 al 1974 ricopre il ruolo di corrispondente di guerra in Vietnam: documenta la crudeltà dei comunisti e del loro appoggio ai Vietcong, ma critica anche le infamie degli Stati Uniti decisi a prolungare il conflitto per perseguire interessi personali; intervista, a questo proposito, importanti personalità come Henry Kissinger, cui rimprovera l’esitazione negli accordi di pace, che effettivamente hanno luogo solo diversi anni più tardi. Lascia il fronte Vietnamita per un breve periodo e segue le manifestazioni di protesta degli universitari a Città del Messico, dove rimane ferita durante quello che oggi ricordiamo come “massacro di Tlatelolco”, successivamente viene inviata ad Atene e conosce Alexandros Panagulis, leader dell’opposizione alla dittatura dei colonnelli e lo intervista il giorno in cui esce dal carcere. I due si legano in una relazione sentimentale e la Fallaci rimane incinta di lui, ma abortirà spontaneamente; da questa drammatica esperienza, nel 1975 nascerà “Lettera a un bambino mai nato”: libro-monologo in cui Oriana narra dell’apprensione di una donna qualunque che cerca di capire la creatura che ha in grembo, interrogandosi su questioni esistenziali: l’importanza della vita e portando al centro della discussione il problema dell’ aborto. Un anno dopo, Panagulis perde la vita in un incidente d’auto, ritenuto un omicidio politico avente come mandanti i politici che avevano tratto vantaggio dalla Giunta dei colonnelli. Nel 1976, la giornalista, pubblica “Un uomo”, biografia di Panagulis, identificato come patriota che vive e combatte per conquistare la libertà, vittima del conformismo visto come conformismo dell’anticonformismo. Viene inviata dal “Corriere della Sera” a Teheran nel 1979 per intervistare l’Ayatollah Khomeini e sperimenta in prima persona gli orrori della sharia: è obbligata a sposare il proprio autista poiché scoperti insieme mentre la Fallaci si cambiava per indossare il velo. Dopo questo episodio, si svolge un’intervista parecchio accesa, che culmina con l’atto plateale della scrittrice di lanciare per terra il chador, apostrofato come “cencio da Medioevo” e accusa Khomeini per il trattamento riservato alle donne dalla legge islamica durante il suo regime. Nel 1990 pubblica il romanzo “Insciallah”, in cui racconta delle truppe italiane inviate a Beirut e della guerra in Libano, che visse come corrispondente di guerra; immediatamente dopo, si isola andando a vivere a New York e inizia a scrivere la storia della propria famiglia e delle sue radici toscane: libro pubblicato incompleto e postumo e si chiamerà “Un cappello pieno di ciliegie”, ma la pausa dalla cronaca viene bruscamente interrotta l’11 settembre 2001 in occasione dell’ attacco alle Torri Gemelle: Oriana, in questa occasione, viene pervasa da rabbia e indignazione e scriverà per il “Corriere della Sera” un lungo articolo chiamato “Wake up, Occidente, sveglia!” per denunciare la responsabilità comune della politica e della Chiesa Cattolica per quanto accaduto; la Fallaci accusa il furore buonista e immigrazionista che già attanagliavano la società e che avevano, fino a quel momento, negato l’esistenza di un nesso tra i vari attacchi perpetuati dai terroristi islamici nei decenni precedenti, ma l’articolo verrà tacciato di razzismo e susciterà scalpore in tutto il mondo. Da quel momento, la Fallaci, inizia un brutale botta e risposta con i salotti radical chic e le maggiori organizzazioni islamiche. Sul tema, pubblicherà la versione estesa dell’ articolo, che chiamerà “La rabbia e l’orgoglio”, poi “La forza della ragione”, saggio in cui argomenta a freddo tutte le ragioni del suo attacco all’ Islam ed, infine, “Oriana Fallaci intervista se stessa- l’ Apocalisse”, con cui termina questa trilogia. Dopo una vita di intense battaglie, Oriana torna a Firenze e si spegne il 15 settembre 2006 a causa di un cancro con cui aveva convissuto per molti anni. È sepolta nel cimitero degli Allori.

Personalità

Oriana Fallaci ha rappresentato un concetto di donna inedito, completamente indipendente nonostante le proprie fragilità: non ha mai avuto bisogno di ostentare la propria capacità e femminilità, infatti, ha voluto farsi ricordare come scrittore e non come scrittrice. Durante tutta la sua vita ha sempre combattuto da sola facendosi valere e non rinnegando mai i propri valori fondamentali, ha resistito nonostante i diversi aborti spontanei, nonostante la perdita del suo compagno e la convivenza con il tumore che chiamava “alieno”. Nel corso della sua lunga carriera ha pungolato con i suoi articoli e le sue interviste i potenti di tutto il mondo, ha smosso le coscienze attraverso quell’ impegno civile che è il giornalismo, non facendosi mai intimorire da critiche e minacce risultando un grande esempio di forza e ribellione. Continuò ad amare l’Italia anche nell’ esilio impostosi, in particolare le colline del Chianti, dove possedeva un casale, Possedeva uno spiccato sentimento patriottico e più volte esortò gli italiani a ritrovare quel senso di unità che lei tanto desiderava.