Margherita Kaiser Parodi
Roma, 16 maggio 1897 – Trieste, 1º dicembre 1918
Margherita Kaiser Parodi
Roma, 16 maggio 1897 – Trieste, 1º dicembre 1918
Biografia
Nacque a Roma da una buona famiglia: il padre era un livornese di origine tedesca e la madre era figlia di un grande ingegnere navale. Quando, alla prima decade del nuovo secolo, si verificò l’attentato di Sarajevo con l’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando da parte di Gavrilo Princip, Margherita era poco più di un’adolescente che visse gli anni più turbolenti della storia nazionale: quando l’Italia entrò in guerra, il 24 maggio 1915, non fece attendere il suo immediato contributo. Compiuti 18 anni, si mobilitò, scegliendo di arruolarsi volontaria e prestando servizio come Crocerossina all’ospedale di Cividale del Friuli, uno dei luoghi più colpiti e martoriati dalla Grande Guerra: la cittadina, infatti, era diventata il teatro di passaggi d’eserciti, battaglie, incontri diplomatici. Il clima era terribile, con morti, feriti e distruzioni. Mentre era di turno, Margherita fu protagonista di un bombardamento e – nonostante il pericolo – restò al suo posto per soccorrere i feriti, conquistandosi la medaglia di bronzo al valor militare ed in seguito un’altra medaglia d’argento ai benemeriti della salute pubblica. Anche dopo la conclusione del conflitto, proseguì la sua attività di assistenza ai malati di febbre Spagnola, la grande epidemia che falcidiò l’Europa – mietendo circa 50 milioni di vittime – fino a quando lei stessa non ne rimase vittima, morendo a soli 21 anni. In virtù del sacrificio estremo e della sua dedizione alla Patria, le sue spoglie, unico caso per una donna, riposano nel sacrario militare nella provincia di Gorizia – e da qui il nome con cui passò alla storia, cioè “Crocerossina di Redipuglia” – insieme agli eroi che caddero per rendere l’Italia libera.
Personalità
Nella lapide che inizialmente le venne dedicata sul Colle di Sant’Elena da Giannino Antona Traversi, l’epitaffio recitava: “A noi, tra bende, fosti di Carità l’Ancella, Morte fra noi ti colse. Resta con noi sorella”. Quello, senza dubbio, era il lascito di chi rendeva onore a una giovane eroina nazionale. Margherita Parodi rappresenta – in tutta evidenza – il contributo silenzioso, disinteressato e totale che migliaia di donne hanno offerto dietro le linee del fronte. Il confronto con le “tempeste d’acciaio” della Grande Guerra – da lei affrontata con impareggiabile senso del dovere – ne fanno un’eroina della Patria, capace di contribuire in prima persona all’affermazione del riscatto nazionale che i nostri soldati hanno conseguito nella dura vita di trincea. In un tempo di narcisismo forzato, di egoismo individuale e di sradicamento apolide, il suo esempio silenzioso e generoso merita di essere riscoperto e celebrato.