Laura Solera Mantegazza
Milano, 15 gennaio 1813 – Cannero Riviera, 15 settembre 1873
Laura Solera Mantegazza
Milano, 15 gennaio 1813 – Cannero Riviera, 15 settembre 1873
Biografia
Nasce da una ricca famiglia borghese a Luino, figlia di un avvocato di chiari sentimenti anti-austriaci che gli costeranno l’esilio in Svizzera. Laura cresce con la madre, studia al Collegio femminile Coudert dove impara francese, inglese e tedesco. Educa nel suo tempo libero i figli analfabeti dei domestici dimostrando molto precocemente una grande passione pedagogica. A quindici anni perde la madre e viene accolta in casa di amici. Ancora adolescente, sposa il monzese Giovanni Battista Mantegazza, matrimonio combinato, come usava. I due hanno due figli ma il matrimonio non è felice. Nel 1837 Laura si dedicò personalmente all’istruzione iniziale dei figli, aderendo consapevolmente al modello di ‘madre educatrice di buoni cittadini’ che, sotto l’influenza di Jean-Jacques Rousseau, si era sviluppato nel movimento nazionale ed era stato adottato da molte patriote; successivamente si trasferì a Milano per garantire loro scuole più adeguate.
Cresciuti i figli, manifesterà concretamente due altri aspetti: un forte senso nazionale e una grande sensibilità sociale. Durante le Cinque giornate di Milano (18-22 marzo 1848) si dedica all’assistenza dei feriti raccogliendo il denaro necessario alla loro cura e organizzando un servizio di lettighe per il trasporto. Si pensa che in questo periodo abbia conosciuto e frequentato Giuseppe Mazzini. Al rientro degli austriaci a Milano, la Solera fugge in Piemonte, a Cannero, nella villa di famiglia del padre, dove accoglie i feriti della battaglia di Luino nel 1848 (primo scontro armato in Italia di Garibaldi), curando insieme garibaldini e austriaci.
Solo nel 1850 può tornare a Milano. Affascinata da Garibaldi, si adopera per raccogliere i fondi necessari a finanziare la spedizione dei Mille e le successive imprese militari.
Per quanto riguarda la sua dimensione sociale, Laura Mantegazza fu una delle donne più attive per il progresso civile d’Italia e una benefattrice instancabile. Con i fondi raccolti, nel 1850, fonda a Milano il Ricovero per i bambini lattanti: istituzione laica finalizzata a mantenere e accudire temporaneamente i bambini poveri. Il contatto diretto con tante madri povere del quartiere spinge Laura ad interessarsi anche della loro formazione e ben presto vengono organizzati negli stessi locali dei corsi di alfabetizzazione e di taglio e cucito.
Nel 1862, usando sempre il collaudato metodo della raccolta fondi tra le ricche donne milanesi dà vita alla Società di Mutuo Soccorso per le operaie; l’associazione aveva una sala allattamento, con ciò subendo le critiche della Chiesa che considerava immorale “l’agglomero di donne intente al doveroso compito di nutrici”.
Per ultima crea L’Associazione generale delle operaie milanesi il cui statuto chiedeva alle lavoratrici di essere allo stesso tempo buone madri e attive ed oneste cittadine; un ordine non casuale, che esprimeva la sua antica convinzione secondo cui l’appartenenza delle donne delle classi popolari alla nazione passava ineludibilmente per l’esercizio di una maternità virtuosa e, allo stesso tempo, per l’attivismo sulla scena pubblica.
Con eguale entusiasmo e spirito pratico si adopera per l’istruzione per donne adulte: nel 1870 inaugura a Milano la Scuola Professionale Femminile, prima scuola professionale femminile d’Italia, laica e con finanziamenti pubblici che rappresenta l’ultimo sforzo sostenuto da Laura per consentire alle donne prive di risorse economiche di essere madri e di raggiungere un minimo decoroso di capacità professionali; era convinta che si dovesse promuovere, al di là della trasmissione di singole conoscenze, “la curiosità, la passione del sapere preparando “a bramare, ad amare lo studio”.
La Fondazione Laura Solera Mantegazza-Scuola Professionale Femminile ha continuato la tradizione di insegnamento della prima Scuola, proponendosi di insegnare una serie di competenze che dessero modo all’allieva di lavorare a casa e adempiere così ai compiti materni, organizzando un’offerta formativa, rivolta alla specializzazione in vari settori; i primi corsi, della durata di quattro anni, erano articolati su tre indirizzi: commerciale, artistico e industriale. I corsi più recenti sono stati per maestre, per stenodattilografe, per operatori socio-sanitari e per tate.
Promosse inoltre le prime pensioni di vecchiaia in Italia; insegnò lei stessa per tutta la vita.
Personalità
Laura Solera Mantegazza unì l’amore per l’Italia come lotta per l’indipendenza e l’unità a quello per l’elevazione sociale degli italiani in particolare dei bambini e delle donne.
Amare l’Italia significa amare la propria comunità nazionale non solo a parole, non solo con belle frasi ma anche e soprattutto con l’azione. Che senso ha fare l’Italia se poi le donne vengono emarginate, tenute nell’ignoranza e discriminate? Che vuol dire avere una bandiera unica e una nazione libera se i bambini più sfortunati non hanno l’opportunità di costruirsi, con impegno e capacità, un futuro? Che nazione saremmo se gli anziani sono abbandonati a loro stessi?
Laura Solera Mantegazza è l’esempio di una convinzione che sposiamo in pieno: patriottismo e impegno sociale non sono due questioni distinte ma parti inscindibili e necessarie per la Patria di cui siamo figli.