Jessie Jane Meriton White Mario
Gosport, 8 maggio 1832 – Firenze, 5 marzo 1906
Jessie White Mario
Gosport, 8 maggio 1832 – Firenze, 5 marzo 1906
Biografia
Fu tra le più importanti documentariste del Risorgimento e assertrice della causa italiana e antesignana del reportage sociale. Contribuì, come altre donne straniere, con il pensiero e con l’azione all’Unità d’Italia.
Nota anche come Miss Uragano è stata uno dei personaggi chiave del Risorgimento italiano. Amica di Mazzini, garibaldina, collaboratrice di Carducci, giornalista, scrittrice, dedicò la sua intera vita alla causa dell’unita d’Italia.
Nata in una ricca famiglia di armatori, costruttori di velieri, dello Hampshire, compì studi classici a Londra
Prosegue i suoi studi alla Sorbona di Parigi dove conosce Emma Roberts, legata sentimentalmente a Giuseppe Garibaldi. Sarà lei a presentarli; questo incontro fu decisivo per Jessie che da allora decise di dedicarsi alla causa dell’unificazione italiana e nel 1854, insieme a Emma e su invito di Garibaldi, compie un viaggio a Nizza e in Sardegna, dove visita Caprera; fortemente attratta dalla personalità di Garibaldi decide di restare in Italia e di dedicarsi alla lotta per l’indipendenza di cui scrive su Daily News.
Nel 1855, torna a Londra per compiere gli studi in medicina ma le viene rifiutata l’iscrizione in quanto donna. Si iscrive al Circolo Amici dell’Italia venendo così in contatto con Giuseppe Mazzini, nella capitale inglese in esilio. Comincia a scrivere articoli spiegando la situazione e raccogliendo fondi per la causa italiana, tenendo conferenze nelle principali città inglesi.
Quando nel 1856, Garibaldi si reca a Londra, comincia a mettere in guardia Jessie dalle idee di Mazzini, troppo visionarie e idealistiche per poter essere realmente utili alla causa italiana; nonostante ciò, quando, nel 1857 Mazzini tornò in Italia, lei lo seguì. Dopo il fallimento della spedizione di Pisacane, Mazzini torna a Londra con Jesse e il suo futuro marito Alberto Mario, fervente mazziniano. Dopo il matrimonio Jessie continuò a tenere comizi, insieme al marito, in Inghilterra e negli Stati Uniti perorando la causa italiana, scrivendo numerosi articoli sul New York Time, sull’Herald e sul Post. Proprio in questo momento inizia il suo progressivo allontanamento da Mazzini
Nel 1860, dopo vari arresti, i due coniugi decidono di tornare in Italia e si imbarcano a Genova per la Sicilia come volontari per raggiungere Garibaldi nell’impresa dei Mille; lui entrò a far parte dello Stato Maggiore del Generale, lei si impegnò come infermiera. La partecipazione di Jessie a questa impresa mette in luce il suo eroismo, la sua resistenza fisica, il coraggio, l’ottimismo e le sue qualità di eccellente organizzatrice, intransigente quanto caritatevole, nonché le sue capacità straordinarie nell’assistenza e cura dei feriti.
Durante la campagna militare lavorò anche come corrispondente per il Morning Star, portando a conoscenza del pubblico britannico i successi delle camicie rosse.
Partecipò alle battaglie di Volturno e alla terza guerra di indipendenza nel 1866 come infermiera, operando anche nelle battaglie di Bezzecca, Monterotondo e Mentana fino alla battaglia franco-prussiana di Digione nel 1870. Qui si conclude la parte più avventurosa della sua esistenza, che da questo momento lascerà i campi di battaglia e il ruolo di “inviata di guerra” per concentrarsi nella scrittura di libri e memorie.
Si occupò di problemi sociale: portò avanti una ricerca sulle condizioni della povera gente a Napoli raccolta nel volume La miseria di Napoli del 1877: la prima grande inchiesta nella storia del giornalismo italiano, svolta visitando ogni angolo della città, passando al setaccio la società in tutti i suoi aspetti, descrivendo i bassi, i brefotrofi, gli ospizi, le carceri, i luoghi della povertà estrema, della prostituzione e della criminalità. In questo libro, esprime anche il suo pensiero politico sulla forma di governo alla quale l’Italia deve pensare, in stretto rapporto con la necessità di dare soluzione alla disuguaglianza sociale.
Sfruttando le sue conoscenze sanitarie, si dedicò allo studio della pellagra, grave patologia causata dalla carenza di Vitamina B3, studiando i possibili apporti dietetici per mitigare e sconfiggere la malattia.
Si occupò inoltre della salute dei minatori nelle solfatare siciliane denunciando il largo uso del lavoro minorile. Scrisse biografie di Mazzini e Garibaldi; Bertani, Cattaneo e Nicotera.
Non tralasciando la sua passione per il giornalismo, che l’aveva portata ad essere la prima donna giornalista inglese, continua a scrivendo per giornali italiani, inglesi e statunitensi.
Alla morte del suo amato marito Mario, si dedica, con l’aiuto del Carducci, a completare le opere del marito, riunendole nei volumi di Scritti letterari e scritti politici.
Muore a Firenze nel 1906.
Personalità
L’Italia è, prima di tutto il resto, un ideale di poesia e bellezza. Per questo, ieri come oggi, nel mondo c’è chi ci ama pur non essendo italiano. Fra le eroine della nostra nazione Jessie White Mario fu, insieme ad Anita Garibaldi, una grande della nostra storia pur se italiana solo d’adozione. Rischiò, come infermiera, sui campi di battaglia e permise, grazie alla sua penna, che lotta per l’Italia unita fosse apprezzata in tutto il mondo.
Dopo l’unità, fedele a quell’Italia che ormai per lei era Patria, fece di tutto per aiutare i più deboli. Jessie White Mario è l’esempio di quanto l’Italia sia un’aspirazione per il mondo e che ogni discorso patriottico non possa essere scisso dall’impegno per gli altri.